Eubiotica, chi è costei?

Articolo scritto da Filippo Molinari, pubblicato sulla rivista Naturalmente Benessere, Novembre 2005.

È uno di quei termini che ti incuriosiscono e intimoriscono allo stesso tempo: quando si parla di eubiotica, nome esotico ed affascinante, a cosa ci si riferisce? Ad una strana disciplina esoterica per adepti? A una scienza medica sconosciuta? Ad una corrente new age che passerà di moda al primo soffiar di vento? Per capirne di più, abbiamo incontrato un’esperta in materia, Dagmar Duchackova, estetista con master in eubiotica, che lavora in un centro estetico di Modena applicando nella sua attività quotidiana i principi della “buona vita”.

Ci chiarisca un po’ le idee: cos’è l’eubiotica?
È una scienza – chiariamolo subito – e studia ciò che è buono, ciò che conviene alla vita ed alle sue manifestazioni. Non a caso l’etimologia della parola è greca, “eu” che significa buono e “bios” che significa vita: ciò che è buono per la vita, uno stile di vita rispettoso della persona e del corpo, dalle cellule ai tessuti, dagli organi all’organismo nel suo complesso.

Dalla scienza eubiotica all’estetica eubiotica: come avviene questo passaggio di senso?
L’estetica eubiotica si basa sul principio che la pelle non è un mero tessuto di rivestimento, ma un organo intelligente, in grado di riconoscere ciò che gli viene applicato e, se necessario, di espellere sostanze nocive o sconosciute. Quindi l’estetica eubiotica permette di affrontare gli inestetismi partendo dal presupposto che a ciascuno corrisponde una diversa condizione fisiologica, frutto di un differente equilibrio endocrino, che per altro evolve e si modifica con l’età.

Quali sono, allora, le caratteristiche principali del cosmetico eubiotico?
Sono tre: biocompatibilità, assimilabilità e non enzimotossicità. Per biocompatibilità intendiamo la compatibilità con la materia vivente, non solo dei principi attivi contenuti nel cosmetico, ma dell’intera massa dello stesso. Assimilabilità, invece, significa che i principi attivi devono arrivare alla pelle ridotti in particelle sufficientemente piccole da poter essere assimilate con facilità. Per quanto riguarda, infine, la non enzimotissicità, intendiamo il fatto che gli enzimi cutanei possono trasformare questi principi attivi, utilizzandoli.

Il fine dei cosmetici eubiotici, allora qual è?
È quello di ristrutturare la barriera di permeabilità della pelle, restituendole la capacità di autogestirsi nel rinnovamento cellulare e di mettere da parte quegli elementi utili alla sua attività che spenderà poi al momento del bisogno.

Quali sono i risultati visibili di un trattamento eubiotico?
Da subito una cute compatta, levigata e ben idratata. Con l’andare del tempo, un miglioramento del trofismo della pelle e, rimanendo a livello puramente estetico, per esempio un’abbronzatura più omogenea e duratura.

È chiaro come la composizione del cosmetico diventi allora un fattore critico. Quali sono, nei normali cosmetici in commercio, le sostanze che sono possono essere considerate eubiotiche?
Ce ne sono tantissime e, pur essendo innocue per l’organismo, non possono essere considerate eubiotiche. Per esempio vasellina, paraffina e altri derivati del petrolio. Oppure molti emulsionanti e tensioattivi necessari alla stabilità delle creme o alla funzione schiumogena dei detergenti. Ancora, tantissimi additivi utilizzati per migliorare la piacevolezza del prodotto cosmetico – colore, odore, spalmabilità, ecc…

Qual è l’alternativa a questi cosmetici e componenti?
Nelle formulazioni eubiotiche vengono utilizzate solo sostanze simili a quelle che, nel nostro organismo, sono costituenti della struttura della pelle – idratanti, emulsionanti ed antiossidanti: per esempio collagene, elastina, gliceridi, enzimi, vitamine, olii essenziali, ecc…

Perché secondo lei questi criteri non vengono utilizzati anche dai cosmetici, diciamo così, industriali?
Perché il cosmetico è un prodotto di largo consumo e pertanto deve rispondere ai requisiti dei prodotti di massa, cioè stabilità e piacevolezza. Inoltre, possibilmente, non deve scadere. Il cosmetico eubiotico, invece, destinato ad un mercato di nicchia, non si pone il problema dell’apparenza, ma è improntato alla massima efficacia. La presenza nelle formulazioni di principi naturali come vitamine ed enzimi impedisce l’uso di gran parte dei conservanti ed impone l’indicazione di una data di scadenza: aspetto questo negativo per un prodotto di largo consumo.

Dove si possono trovare questi cosmetici, allora?
Presso i centri estetici specializzati in eubiotica.

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